La Val d’Ossola è ricca di itinerari in grado di regalare escursioni meravigliose che si snodano in chilometri di natura incontaminata.
Molti paesaggi, oggi oasi di tranquillità, hanno un passato dall’inestimabile valore storico, culturale e naturalistico.
Proprio in queste valli passa, infatti, la cosiddetta Linea Cadorna, un imponente sistema difensivo eretto tra il 1915 e il 1918 al confine tra Italia e Svizzera.
Trincee, camminamenti, casematte e reperti bellici testimoniano il grande valore strategico di queste zone, offrendo un itinerario che ci riporta ai periodi più cupi della nostra storia.
Linea Cadorna: i confini nazionali
Fin da subito all’Italia post-unitaria si presenta il problema della difesa dei confini nazionali e del tallone d’Achille rappresentato dal confine italo-svizzero che, con la neutralità dei territori elvetici, esponeva il nostro paese ad una penetrazione straniera d’oltralpe.
Si sarebbe potuto affrontare questo pericolo soltanto con la mobilitazione e l’impegno di truppe sottratte al fronte bellico vero e proprio o, come volle il generale Cadorna nel 1915, con un imponente sistema di fortificazioni che dissuadesse o rallentasse ogni nemico giunto dal nord.
Il progetto subì una battuta d’arresto nel 1882 con la stipula della Triplice Alleanza con Austria e Germania che, in un eccesso di ottimismo, si pensò potessero essere tenute a bada con un trattato.
La Grande Guerra e la Linea Cadorna
Venuta meno nell’aprile del 1915 l’alleanza tra l’Italia e gli Imperi Centrali, il problema del confine italo-svizzero si ripropose con drammatica urgenza.
Il Capo di Stato Maggiore Luigi Cadorna convinse gli alti vertici della necessità di erigere al più presto una titanica opera di ingegneria militare in funzione difensiva e dissuasiva, che consentisse di concentrare le truppe sul fronte italo-austriaco.
Secondo il Cadorna, infatti, questa linea avrebbe potuto restare inutilizzata ma non certo inutile.
Più di settanta chilometri di ininterrotte fortificazioni vennero erette in breve tempo tra l’Ossola e le Alpi Orobie con lo sforzo di migliaia di donne e uomini ossolani diretti dal Genio militare, anche se non venne portata a termine entro la fine del conflitto.
Donne e bambini vennero reclutati in gran numero e fatti lavorare giorno e notte a causa dell’impegno bellico degli uomini.
Per gli abitanti di queste zone fu un’esperienza tutt’altro che indolore. Realtà familiari vennero messe a dura prova non solo dalla coscrizione maschile ma anche dalla confisca di terreni per esigenze militari e dal massiccio utilizzo delle donne.
Numerose furono le vittime soprattutto tra i minatori.
Senza nulla togliere alla sacralità delle zone del Friuli o del Trentino, insanguinate dal conflitto, la Linea Cadorna rappresenta oggi un’occasione unica di studiare opere di ingegneria militare ancora intatte come appena edificate.
La Maginot italiana conobbe invece tristemente il suo battesimo del fuoco durante il Secondo Conflitto, il 13 settembre 1943 quando, sul Monte San Martino, le prime brigate organizzate della Resistenza cercarono di contrastare le forze tedesche.
Dal 1947 al 1989 la Linea Cadorna entrò a far parte della logistica N.A.T.O.
Linea Cadorna Ornavasso: da opera difensiva ad itinerario turistico
L’esigenza di mimetismo delle costruzioni militari di confondersi nell’ambiente circostante per sfuggire all’occhio delle artiglierie diviene oggi un importante valore aggiunto per il turismo culturale e naturalistico.
Le strutture della Linea Cadorna di Ornavasso, infatti, riescono a coniugare l’interesse per la storia patria, per l’architettura militare e per la montagna.
Tutte le trincee, i camminamenti, le mulattiere, le gallerie e i pezzi di artiglieria sono oggi fruibili e percorribili grazie ad importanti sforzi, soprattutto degli Alpini, per valorizzare questo patrimonio storico e per offrirlo agli appassionati di trekking e di mountain bike.
Nel territorio circoscritto dal Lago di Varese, dal Lago Maggiore e dal Lago di Lugano, questi ultimi condivisi con il territorio svizzero, si snodano una dozzina di percorsi di alto valore paesaggistico e di archeologia militare.
Soprattutto l’itinerario nella zona di Ornavasso e Mergozzo offre agli appassionati di trekking in quota e anche ai turisti meno allenati, la possibilità di muoversi tra laghi, vette, camminamenti, trincee e reperti bellici: un’esperienza decisamente suggestiva e toccante che ci porta a riflettere sulla grandezza della natura in contrasto alle piccolezze umane.
Visitare Ornavasso
Attraverso il fiabesco abitato di Mergozzo, considerato da sempre la porta della Val d’Ossola, si giunge alla località di Ornavasso che, oltre ad ospitare uno degli itinerari più emblematici della Linea Cadorna, può vantare altre meravigliose escursioni di valenza storica e naturalistica.
Al turista viene offerta l’incredibile opportunità di addentrarsi per oltre 200 metri nel cuore della montagna. Qui lo attende la cosiddetta Grotta di Babbo Natale, paradiso dei bambini, ricavata nella cava che ha fornito il marmo per la costruzione del Duomo di Milano.
Gli amanti della storia potranno, inoltre, proseguire il loro itinerario raggiungendo la necropoli di Ornavasso testimonianza dell’antica civiltà dei Leponzi risalente al II secolo a.C.
La Val d’Ossola si dimostra dunque la meta ideale per ogni tipo di escursione e regala esperienze destinate a rimanere ricordi indelebili nei nostri cuori.